La Storia
Villa Pratola, appartenuta da sempre ai marchesi Remedi, è ancora oggi proprietà
dei diretti discendenti. I Remedi rappresentano una delle più antiche famiglie
nobiliari di Sarzana e di Luni, anche se le cronache segnalano la loro presenza
in altri paesi della Lunigiana, nel parmense, e a Genova dove sono sempre stati
iscritti nell'albo del patriziato.
Tra le figure più rappresentative della famiglia vanno ricordati Domenico Remedi,
Vicario Generale nel 1466 di Galeazzo Maria Sforza Duca di Milano;
Andrea Remedi insignito nel 1720 dall'Imperatore d' Austria Carlo VI del
titolo di Marchese del Sacro Romano Impero; Giulio Cesare Remedi legislatore e
senatore della Repubblica di Genova nel 1760, Ministro di Giustizia e
rappresentante della Repubblica di Genova a Parigi.
Di particolare importanza nell'ottocento Angelo Alberto Remedi, archeologo insigne,
che effettua per primo estesi scavi nella zona dell'antica Luni. Raccoglie numerosi
reperti archeologici marmorei e soprattutto rare e preziosissime monete di epoca romana.
L'importante collezione verrà poi ceduta nel 1882 al governo del Re d'Italia e
conservata nel Museo archeologico fiorentino.
La Villa risale al XVIII secolo, ma non è possibile datare con precisione l'inizio della costruzione.
In una testimonianza cartografica del 1569, la zona in cui sorge la Villa è l'unica area figurata
come alberata ed appare come un punto molto importante per la delimitazione del confine tra Santo
Stefano Magra e Ponzano Magra. E' probabile che in origine vi fossero solamente dei fabbricati
rurali destinati agli usi agricoli.
Nel XVIII secolo i marchesi Remedi ne ordinarono la radicale trasformazione. Sicuramente
agli inizi la villa era utilizzata come casa di villeggiatura e solo successivamente è
stata destinata a residenza permanente. In origine aveva pianta rettangolare e solo in un
secondo tempo sono state aggiunte le due ali laterali a sezione circolare e le due scalinate
in marmo bianco. La Villa, con l'eccezione del notevole intervento murario reso necessario
per riparare i danni conseguenti al disastroso terremoto della Lunigiana del 1921, non ha più
subito sostanziali interventi di manutenzione fino al recente restauro finalizzato al mantenimento
e alla valorizzazione delle storiche strutture.